In occasione della mostra HERE AND NOW tenutasi al MuseOrfeo Homegallery di Bologna, ho curato il lavoro della fotografa Debora Smith dal titolo "Confine", incentrato sulla tematica dell'eros e del tabù.
Debora
Smith (nome d'arte di Debora Pasquini) nasce ad Atessa in provincia
di Chieti il 26 Ottobre 1991. Da sempre appassionata di arte e di
fotografia, durante l'adolescenza inizia a scattare in analogico. Da
allora non ha mai smesso di fare foto, come se si trattasse di un
bisogno innato.
<<Cosa
rappresenta di preciso per me la fotografia devo ancora capirlo, so
solo che se ho un'idea devo immediatamente mettermi all'opera.
Scattare è diventato una priorità assoluta>>, afferma.
Affascinata
dal rapporto con le altre persone, si occupa generalmente di
ritratti.
Confine
è nato in maniera del tutto casuale: le fu proposto di lavorare per
un'esposizione incentrata sulla tematica del tabù e
contemporaneamente stava gia progettando una piccola serie sull'eros.
La masturbazione femminile è al centro di tutto il lavoro e il
confine da oltrepassare è quello dell'imbarazzo che il più delle
volte avvolge questo argomento. Questo limite va superato per
arrivare ad una totale conoscenza di sè stesse.
<<Solitamente
preferisco lavorare con le donne, soprattutto per questo progetto,
sia per una mia immedesimazione, sia perchè una donna che ne
fotografa un'altra crea un'intimità particolare, in un certo senso
rassicurante>>, dichiara la Smith, ed effettivamente ciò che
colpisce delle fotografie è la tranquillità con cui queste figure
si lasciano andare alla loro intimità.
Le
ragazze sono riprese in uno spazio casalingo e l'occhio della
fotocamera si sostituisce a quello del fruitore e della fotografa
stessa, assumendo un atteggiamento voyeuristico, come se si guardasse
la scena attraverso il buco della serratura. Gli scatti infatti
sembrano fatti quasi di nascosto, come per non interrompere un
momento così intimo.
Delle cinque foto che compongono il lavoro una è un autoritratto, dove in primo piano, a coprire il sesso della fotografa, vi è un libro aperto: si tratta del romanzo di Milan Kundera L'insostenibile leggerezza dell'essere, molto caro alla giovane abruzzese.
La scelta, prima di tutto estetica, non è casuale: <<Il libro ha una visione molto intima e tragica dell'amor proprio e dell'amore come sentimento. mi piace questa visione intima: l'autore, come io per il mio progetto, racconta tenendosi un po' a distanza. In più penso stia
bene con il concetto di autoerotismo, magari durante la lettura del
libro stesso>>, spiega la fotografa. Mirata è stata anche la
scelta l'edizione Adelphi del 1985 per l'immagine di copertina, Le Pleides di Max Ernst del 1921, dove una figura sensuale si libra nell'aria contro la forza di gravità, mentre una roccia precipita in basso.
L'opera di Ernst è strettamente connessa all'intero lavoro di Debora Smith, poichè rappresenta la forza prorompente dell'eros che vince ogni ostacolo, che abbatte ogni Confine.